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ARTICOLI SCIENTIFICI ASS.A.I

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Guida alla diagnosi e alla terapia dell’infertilità di coppia

La presente guida breve si pone l’obiettivo di fornire un vademecum di semplice consultazione per il clinico impegnato nella pratica quotidiana, tenendo conto delle più aggiornate evidenze scientifiche disponibili sulla problematica “infertilità di coppia”, nonché delle linee guida internazionali già pubblicate, sempre accompagnate da una valutazione clinica basata sull’esperienza.

Abbiamo pensato che la stesura di questo testo non poteva però che essere il frutto di uno sforzo condiviso tra uroandrologi e ginecologi ed è questo che l’Associazione Andrologi Italiani (Ass.A.I.) ci ha chiesto, nel momento in cui ci ha proposto di redigere questa guida alla diagnosi e alla terapia dell’infertilità di coppia che abbiamo pubblicato sotto l’egida dell’Associazione.

Gli indirizzi diagnostici e terapeutici di questo manuale fanno riferimento, come principale documento e come impostazione generale, alle recenti linee guida del NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence. Fertility: assessment and treatment for people with fertility problems. London (UK) September 2017). Altri importanti riferimenti sono le linee guida dell’ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology), del 2014 per quanto concerne l’endometriosi, del 2015 per l’insufficienza ovarica prematura, del 2018 per la sindrome dell’ovaio policistico e, per quanto concerne le problematiche andrologiche, dell’EAU (European Association of Urology) del 2016 e dell’AUA (American Urological Association) del 2011.

Deficit di erezione, prostatiti i disturbi più frequenti del maschio. Aumenta il tumore del testicolo

Aldo Franco De Rose e Fabrizio Gallo

Nel corso dell’indagine sono stati intervistati negli ambulatori di medicina generale e multi specialistici della penisola 4.000 maschi e 1541 donne.  

Tutti questi soggetti hanno risposto ai questionari elaborati dagli specialisti andrologi e molti medici di medicina generale. I questionari erano collocati nelle sale di attesa degli ambulatori dei medici di medicina generali e venivano compilati  in forma anonima dai soggetti  in attesa della visita.  L’età della popolazione  andava dai 15 ai 65  anni.

Dunque una popolazione non selezionata  per patologie urologiche, ginecologiche o andrologiche e quindi espressione più veritiera della situazione generale,

Ne è emerso un quadro della patologia che non risparmia neanche i più giovani. Tra i 31 e i 50 anni l’8% dei maschi non ce la fa, percentuale che sale al 18 per cento tra i 51 e i 68 anni. Sotto i 31 anni percentuali molto più basse, con 1,7 per cento di disfunzione erettile e 0,4 di eiaculazione precoce.


Stili di vita. Secondo la stessa indagine i problemi sessuali sono spesso legati a cattivi stili di vita. Tre italiani su dieci consumo alcolici, fumano, mangiano male, sono sedentari. Un problema che porta anche a una maggiore incidenza di tumore alla prostata. Questi comportamenti, infatti, sono causa  spesso di infezioni croniche della prostata, rappresentando un potenziale rischio di tumore, come dimostrano molti dati della letteratura.

Il tumore al testicolo. Già dai 14 ai 30 anni il 15% dei giovani fuma, il 6,5%  assume alcolici, il 6% ha avuto una malattia sessualmente trasmissibile, mentre il 5% ha avuto la prostatite . In questa fasce di età poco rappresentati i disturbi sessuali attestandosi per il deficit erettile a 1,7% e 04%. Superiori sono invece le patologie tipiche di questa fasce di età: varicocele 22%, formazioni testicolari 18% (cisti e tumori), fimosi 12 %. L’incidenza del tumore testicolare non deve sorprendere in quanto, in questa fasce di età, il tumore dei testicoli è la neoplasia più frequente rispetto a tutti gli altri tumori. E oggi risultano in aumento soprattutto per l’utilizzo degli estrogeni presenti soprattutto nelle carni ma anche nel latte. Per fortuna si guarisce di più  grazie ai progressi in campo chirurgico ma anche oncologico e radioterapico. 

Malattie sessualmente trasmesse. Dopo i 51 anni aumentano in modo significativo le malattie sessualmente trasmesse , 17%, le infiammazioni del pene, 28%, dovute anche a malattie sistemiche come il diabete, ma anche le infiammazioni della prostata (prostatite), 25%. Ma un vero problema è il sovrappeso che raggiunge il 24%. “Le infiammazioni della prostata – spiega ancora De Rose – , oggi rappresentano un vero fattore di rischio per il tumore della prostata. Infatti lo stimolo irritativo dell’infiammazione cronica e la presenza dell’ipercolesterolemia, sono due parametri spesso riscontrati in chi presenta il tumore della prostata”.

Fumo e alcol. Naturalmente , con la presenza di questi fattori dismetabolici, con il fumo, l’alcol, ricevono una impennata anche i disturbi sessuali, come il deficit erettivo che raggiunge il 18%. Contrariamente a tutte gli studi precedenti però solo il 9% ha lamentato eiaculazione precoce, ben lontano da quel fatidico 20%, per tanto tempo enfatizzato e ora accantonato perché, quasi sicuramente, molto meno prente di quanto si sia  voluto dimostrare. 
 
Donne poco soddisfatte. La ricerca ha fotografato anche la situazione delle donne. Riguardo alla sessualità sembra che la vera insoddisfatta sia lei: la sua insoddisfazione sessuale inizia dai 20-30 anni e sembra progredire inesorabilmente. Infatti l’insoddisfazione sessuale inizia con l’8 % per quasi triplicarsi  da 31 fino a 50 anni, per arrivare al 36% dopo i 51 anni.  In pratica più di un terzo delle donne si dichiara insoddisfatta.

Disturbi sessuali: l’eiaculazione precoce è stata retrocessa al 3° posto.

Aldo Franco De Rose e Fabrizio Gallo

Un dato veramente importante riguarda l’eiaculazione precoce: “solo il 17% degli uomini lamenta eiaculazione precoce, un disturbo che fino a ieri  era stimato superiore al 30%,e quindi di gran lungo superiore alla DE. Si tratta di un dato che finalmente fa chiarezza  di un disturbo sessuale  che, certamente importante ma sovrastimato.  .

In realtà il numero di questi soggetti è stato sempre gonfiato a dismisura e quindi le persone, se non ammalate, o non sofferenti di questo disturbo, non si potevano curare; e di conseguenza   anche il dato reale fornito dalle aziende farmaceutiche sembra avvalorare il nostro dato e non quello fornito finora. In pratica non sono tantissimi, come si voleva far credere, le persone che soffrono di questo disturbo e le persone che ne soffrono, anche se ancora in parte, però si curano,

Sono questi i dati di maggior rilievo che si possono evincere dalla ricerca dell’associazione andrologi italiani. Ricerca che ha interessato 5.541 questionari di cui 4.000 maschi e 1.441 donne su parte del territorio nazionale,pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Urologia Juornal

Tra la popolazione maschile, fimosi, varicocele, prostata e disturbi testicolari sono state le condizioni più rilevanti che interferiscono con la sessualità, essendo riportate rispettivamente dal 42,0%, 37,0%, 39,0% e 31,0% del campione. Inoltre, la disfunzione erettile, le malattie sessualmente trasmesse, l’infertilità, l’eiaculazione precoce e la curvatura del pene sono state riportate rispettivamente del 27,7%, 27,0%, 17,0%, 14,4% e 7,8% del campione”, dice il dott Fabrizio Gallo, segretario dell’associazione Andrologi Italiani.

Disturbi sessuali degli italiani, le donne le più insoddisfatte. Ricerca ASSAI

Aldo Franco De Rose e Fabrizio Gallo

Cambia la sessualità e l’incidenza delle patologie andrologiche degli italiani. Il 65% delle  donne dai 50 ai 65 anni sono insoddisfatte sessualmente mentre il 27,7% degli uomini manifesta disturbi sessuali.  In pratica, anche quando per il maschio sembra che sia tutto ok, in verità, qualcosa per la donna non va bene soprattutto dal punto di vista sessuale. . In pratica, a sentire le donne, non basta la compressa in quanto il maschio, il più delle volte, dimentica la sessualità e la sensualità. Insomma un rapporto non magnifica solo “il pene rigido”, pastiglia da ingoiare:  se manca la sensualità, l’intesa, la complicità manca anche la soddisfazione. La soddisfazione che dal punto di vista sessuale si traduce in benessere psicofisico ed è quello che alle donne manca, specialmente nell’ambito del rapporto sessuale.    Sono questi alcuni dei dati di maggior rilievo che si possono ricavare leggendo i risultati di una ricerca dell’associazione andrologi italiani che ha effettuato con medici di medicina generale della penisola.

Tra la popolazione femminile la bassa soddisfazione sessuale è stata la denuncia più comune, riportata dal 65% del campione;  inoltre, malattie trasmesse sessualmente, bassa libido, dispareunia, infertilità e disturbi dell’eccitazione sono state riportate rispettivamente del 32%, 29%, 24%, 24% e 19,7%”.

I nostri dati mostrano disturbi sessuali nel 33% delle persone che visitano gli studi medici , che  la maggioranza di questi disturbi sessuali è aumentata tra le diverse fasce di età tra soggetti di sesso maschile e femminile;  nonostante i limiti del nostro studio, riteniamo che questi dati confermino l’importanza della valutazione della funzione sessuale durante la pratica clinica quotidiana di un medico.

La ricerca che ha interessato  5.541 soggetti di cui  4.000 maschi e 1.441 donne su parte del territorio nazionale e pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Urologia Juornal

Congresso Associazione Andrologi 2018

Il 27 Ottobre 2018 si è tenuto presso l’Hotel NH Collection Marina di Genova il VI Congresso Nazionale Ass.A.I.

Il congresso, dal titolo “Salute sessuale e qualità della vita della coppia”, rispecchia la principale mission dell’ Associazione Andrologi Italiani relativa alla valutazione interdisciplinare delle principali problematiche sessuali della coppia di oggi.

Il programma

Per maggiori informazioni
Segreteria Organizzativa
Symposia Organizzazione congressi
Provider accreditato Age.Na.S. N. 486
Piazza Campeto, 2/8 – 16123 Genova
Tel: +39 010 255146 – Fax: +39 010 2770565
symposia@symposiacongressi.com
www. symposiacongressi.com

Amore sensuale e amore…

“Buona sera dottore… Non so da dove cominciare e non le nascondo che mi vergogno un po’… allora, vediamo… sono qui da lei per un grave problema che mi affligge e che sta mettendo in crisi il rapporto con mia moglie. Le premetto che mia moglie è una donna giovane, bella e molto attraente, tuttavia quando provo a fare sesso con lei ho grandissime difficoltà a raggiungere e mantenere l’erezione. So bene che questo mio problema è di origine psicologica perché con Sonia, la mia amante, non ho alcun problema, anzi sono un amante passionale, ma con lei è solo sesso non provo nulla nei suoi confronti, mentre Giulia, mia moglie, la amo profondamente e sono sicuro che sia la donna della mia vita ma se non risolvo questa mia difficoltà ho paura che presto mi lascerà…”

Sempre più spesso nel corso della mia carriera come psicologo clinico e psicoterapeuta mi capita di incontrare persone che si rivolgono a me per le grosse difficoltà che incontrano nell’avere rapporti sessuali con la propria moglie nonostante abbiano con lei un rapporto di coppia molto sereno, senza sentimenti di rabbia, sia consapevole che non, nei confronti della propria partner. Diversa è la situazione con l’amante o con delle partner occasionali con cui non hanno alcun disturbo a livello sessuale. Tali soggetti presentano un grave disagio a livello personale e hanno grosse difficoltà nel giustificare le loro “mancanze” dal punto di vista sessuale alla moglie, la quale per il perdurare di questa situazione può provare sentimenti di inadeguatezza e frustrazione.

La causa principe di questo tipo di comportamento disfunzionale è da trovare nella netta scissione che questi soggetti mettono in atto a livello psicologico tra quello che potremmo definire come amore romantico, ossia un rapporto a grande tenore affettivo con un alto livello di tenerezza e complicità, e amore sensuale, ovvero quel tipo di rapporto basato principalmente sui sensi, sul sesso e sulla trasgressione.

È come se il soggetto coinvolto non potesse permettersi di toccare sessualmente, e nemmeno immaginare di farlo, la sua compagna abituale per paura di sporcare quell’immagine idealizzata che nel tempo si è costruito di lei, ossia una brava donna, dolce e amabile, magari anche un’ottima madre che non può essere “sozzata” da qualcosa di sporco come il desiderio e l’atto sessuale. Per soddisfare quelli che ritiene, più o meno consapevolmente, i propri “bassi” bisogni tale persona è costretta a rivolgersi a donne che non stima particolarmente e verso le quali non prova alcun sentimento. In casi piuttosto gravi tale scissione può portare il soggetto a non avere nessuna reazione fisiologica riguardante la sfera sessuale nei confronti della propri a compagna e allo stesso tempo attivarsi in maniera predatoria nella ricerca di partner occasionali.

Oltre alle difficoltà che questa sintomatologia può portare nella vita di coppia, col passare del tempo si presentano nel soggetto coinvolto profondi vissuti di inadeguatezza e vergogna. Attraverso una psicoterapia è possibile, pian piano, andare a “scardinare” le basi di tale idealizzazione del femminile e permettere al soggetto di riappropriarsi di una vita sessuale più soddisfacente grazie all’integrazione tra questi due tipi di amore

Inositolo e spermatozoi

Nell’ambito dell’infertilità di coppia, molto spesso (50% circa dei casi) la “colpa” ricade sul maschio e in particolare sui suoi spermatozoi che risultano lenti, poco vitali e quindi, per svariate e molteplici ragioni, privi di parte della capacità di fecondare la cellula uovo.

E allora, cosa fare quando la propria compagna, nonostante i tentativi che vanno avanti da oltre un anno, non rimane ancora incinta?
Il primo passo è recarsi in laboratorio per eseguire l’esame del liquido seminale, che solo di recente si è arricchito di un nuovo test. Gli attuali criteri diagnostici utilizzati per la valutazione del liquido seminale, indicati nelle linee guida WHO, si basano principalmente su volume del seme, numero totale degli spermatozoi, concentrazione degli spermatozoi, motilità totale, morfologia spermatica e viscosità, con una preferenza assegnata sempre al numero totale degli spermatozoi. Tuttavia, diversi studi scientifici hanno dimostrato che il potenziale di membrana mitocondriale è un parametro importante che andrebbe considerato per una valutazione completa della qualità seminale. Infatti, un alto potenziale di membrana mitocondriale è direttamente correlato a una maggiore capacità fertilizzante e a una più alta probabilità di ottenere embrioni di ottima qualità.

L’ANDROSITOL® TEST è una metodica diagnostica innovativa che ha come obiettivo principale proprio quello di completare il dato analitico ottenuto attraverso il classico spermiogramma. Grazie a questo test, è possibile determinare il potenziale di membrana mitocondriale attraverso l’analisi della variazione della motilità progressiva degli spermatozoi dopo stimolazione con myo-inositolo. Questa molecola, naturalmente presente in alte concentrazioni a livello testicolare, è di fondamentale importanza per una corretta maturazione e quindi per uno sviluppo migliore del seme.

Studi scientifici hanno dimostrato come carenze fisiologiche di myo-inositolo siano responsabili di una scarsa motilità spermatozoaria, di un peggioramento del fluido seminale e di conseguenza di una ridotta capacità fertilizzante. Patologie come il criptorchidismo, ad esempio, caratterizzate dalla mancata produzione di myo-inositolo nel testicolo, presentano tubuli seminiferi privi di cellule germinali e cellule del Sertoli anomale. Grazie all’ANDROSITOL® TEST è quindi possibile valutare lo stato energetico del seme e indirettamente ottenere un’indicazione sul potenziale di membrana mitocondriale degli spermatozoi, completando in maniera qualitativa le informazioni derivanti dallo spermiogramma standard. Il principio di questo test è quello di stimolare gli spermatozoi con il myo-inositolo per valutare successivamente la variazione della motilità progressiva rispetto al campione non trattato; un aumento percentuale della motilità progressiva del seme dopo trattamento evidenzia una carenza fisiologica di myo-inositolo e conseguentemente con un peggior stato ‘di salute’ degli spermatozoi in analisi.

Dopo aver effettuato l’ANDROSITOL® TEST è possibile quindi identificare 3 classi di seme in funzione della loro motilità progressiva: Low Responder, Medium Responder e High Responder. Questo tipo di analisi si è dimostrato molto efficace nel riclassificare dunque i liquidi seminali definiti “normali” dagli attuali criteri dell’Organizzazione Mondiale della Salute in categorie ben distinte permettendo così di identificare i cosiddetti “casi limite”.

Thien Nhan & Friends per la cura dei bambini con anomalie genitali

Esperti urologi di fama internazionale provenienti da tutta la penisola compongono l’equipe italiana guidata da Roberto De Castro che ogni anno si reca in Vietnam per sottoporre a delicatissimi interventi chirurgici i bambini vietnamiti affetti da anomalie dei genitali.
Hanoi, Da Nang, Ho Chi Minh City sono le tre città vietnamite che ogni anno accolgono per diverse settimane l’equipe di esperti, e consegnano nelle mani del Dottor Roberto De Castro e dei suoi abili collaboratori i bambini affetti dalle più varie e severe malformazioni genitali.

Roberto De Castro, salentino, chirurgo specialista in urologia pediatrica di fama internazionale, ex primario di Chirurgia pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Bologna, di Urologia pediatrica al «King Faisal Hospital» di Riyadh e di altri prestigiosi nosocomi del pianeta, è uno dei pochi medici al mondo a poter intervenire su malattie così delicate e invalidanti, di cui poco si parla.
Dal 2011 è a capo insieme a dei benefattori americani e vietnamiti alla Thien Nhan & Friends, un’associazione di volontariato che promuove l’assistenza chirurgica pediatrica a favore dei bambini affetti da gravi malattie congenite o da esiti di incidenti dell’apparato genitale e urinario.
Associazione che deve il suo nome al piccolo Thien Nhan, bambino vietnamita tra i primi al mondo ad aver beneficiato della falloplastica ricostruttiva, tecnica pionieristica che Roberto De Castro mette a disposizione a pazienti di tutto il globo, dal Vietnam al Bangladesh, realtà con i cui collabora assiduamente.

Thien Nhan, che significa “Bella Persona”, è stato infatti trovato ancora neonato da un gruppo di monaci in una foresta del centro del Vietnam insanguinato e morente, sbranato dagli animali, senza una gamba e senza tutti gli organi genitali.
Commosso da questa incredibile storia, Greig Craft, americano, Presidente della ONG AIPF – Asia Injury Prevention Foundation – decise di conoscere e sostenere questo bimbo, che era stato già adottato dalla meravigliosa Mai Anh Tran.
Alla ricerca di chirurghi capaci di intervenire in questo campo, Greig Craft e sua moglie Na Huong entrarono in contatto con Roberto De Castro noto proprio per avere sviluppato la falloplastica, pioneristica tecnica di ricostruzione di genitali maschili in età infantile.
De Castro accolse l’invito ad operare il piccolo Thien Nhan.
Non appena si diffusero le notizie del successo dell’intervento ricostruttivo, numerose famiglie in tutto il Vietnam si sono rivolte a Greig Craft per chiedere aiuto per i loro bambini. Fu così che nel 2011 Greig Craft, Na Huong, Mai Anh Tran e Roberto De Castro arrivarono alla decisione di realizzare un programma specifico di interventi, il Thien Nhan & Friends, con l’obiettivo di dare a bambini e bambine affetti da patologie dell’apparato genitale la speranza di una vita dignitosa.

Le malformazioni e le anomalie genitali, per i bambini che ne nascono affetti e per le loro famiglie rappresentano un gravissimo problema di salute con evidenti ripercussioni psicologiche e sociali.

“Gli interventi chirurgici realizzati hanno dato una speranza di vita dignitosa, senza vergogna e senza dolore ad un grande numero di bambini che difficilmente avrebbero potuto avere accesso ai trattamenti chirurgici necessari’’ – spiega la Dottoressa Irene Paraboschi, specializzanda presso la Chirurgia dell’Ospedale Pediatrico Gaslini, che ha avuto modo di prendere parte all’ultima missione di volontariato.

Grazie alla stretta collaborazione dei chirurghi italiani provenienti da ospedali di eccellenza del nostro territorio, da Torino a Roma per passare da Rimini, centinaia di bambini vengono visitati ogni anno e altrettanti vengono sottoposti ad interventi chirurgici altrimenti a loro inaccessibili. Si tratta di interventi lunghi e meticolosi, gravati da un alto tasso di complicanze anche in Italia, che possono essere realizzati soltanto da un’equipe davvero affiatata che mette insieme esperti del calibro del Dottor Emilio Merlini, dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, della Dottoressa Simona Gerocarni Nappo dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e della dottoressa Gabriella Pelusi, della Chirurgia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini.

Insomma, l’eccellenza italiana per promuovere la solidarietà e trasmettere il nostro bagaglio di conoscenze anche all’estero.