Nella popolazione occidentale la fertilità maschile sembrerebbe diminuire a causa dei diversi fattori ambientali, come per esempio la presenza di inquinanti endocrini, cioè sostanze capaci di interferire negativamente sul corretto funzionamento degli ormoni. Gli Andrologi si sono quindi interrogati se oggi i parametri di normalità del liquido seminale individuati dalla World Health Organization (WHO) nel 1999 siano ancora validi per definire la possibilità l e a probabilità di concepimento. Proprio per questo è stato pubblicato su Human Reproduction Update un lavoro di T.G. Coopere colleghi in cui vengono stabiliti i nuovi parametri di riferimento di fertilità maschile.
Dal 2010 nei laboratori sono quindi entrate in vigore le nuove linee guida, pubblicate con il nuovo manuale edito dalla WHO, in cui i valori minimi di riferimento sono stati stabiliti grazie al su citato studio di Cooper et al. condotto su 1900 uomini di comprovata fertilità, vale a dire che hanno ottenuto la gravidanza nella partner entro un anno di rapporti liberi.
Rispetto alle precedenti edizioni, le attuali linee guida sono più ampie e contengono argomenti nuovi come la crioconservazione degli spermatozoi e il controllo di qualità dei laboratori che eseguono l’analisi.
I parametri di normalità sono stati misurati ed espressi in percentili, che di fatto descrivono la probabilità di ottenere una gravidanza in relazione allo stato dei parametri seminali.
Dalla tabella si evince che possono essere considerati fertili tutti gli uomini con parametri dello spermiogramma che superano quelli indicati dal 5° percentile, tenendo conto però che quanto più questi parametri saranno superiori al 5°, tanto maggiori saranno le probabilità di successo.
I valori di riferimento sono però soltanto indicatori di fertilità e non la garantiscono. La situazione seminale infatti va interpretata insieme ad altre informazioni sulla coppia, come età, stili di vita, frequenza di rapporti, condizione ginecologica della partner.
È importante inoltre considerare che lo spermiogramma è soggetto a grandi variazioni individuali e periodali (stress emotivo, febbre, esposizione a fonti di calore, stress ossidativo, uso di farmaci etc. ), per cui andrebbe sempre ripetuto e confermato prima di una diagnosi definitiva. Inoltre dobbiamo sottolineare che il liquido seminale è un fluido biologico le cui caratteristiche possono alterarsi in funzione di un’errata tecnica di esecuzione, per cui la veridicità del risultato potrà essere garantita solo da operatori specializzati.
Infine è corretto sottolineare come il 5% dei soggetti dello studio di Cooper abbiano comunque ottenuto una gravidanza pur avendo spermiogrammi con valori inferiori a quelli di riferimento. Da ciò si può dedurre che il solo spermiogramma non è sufficiente per la valutazione della fertilità maschile e che la diagnostica dovrebbe essere approfondita in laboratori di seminologia specializzati, capaci di valutare con altri test di funzionalità nemaspermica la frammentazione del DNA e l’apoptosi, specialmente prima di una procedura di fecondazione assistita.
Letteratura: WHO Laboratory manual for the examination and processing of the human semen, 5 edition Cooper, T.G. et al. Human Reproduction Update; 10:231-45