Il 95% degli italiani, senza alcuna differenza tra maschi e femmine, conosce il deficit erettile (DE), mentre all’87% dei maschi è noto l’effetto benefico delle famose pillole dell’amore.
A differenza del passato sembra che la DE non venga vissuta più come un tabù, una patologia di cui vergognarsi, da vivere in silenzio come un “sintomo fisiologico dell’invecchiamento”.
Però si curano in pochi.Da una parte le indagini di mercato sembrano rassicurare, dall’altra una realtà molto diversa: dei tre milioni di soggetti maschi italiani che soffrono di deficit erettile si cura meno dell’20%. Per colmare questo gap, manca una vera comunicazione tra medico-paziente, medico-mezzi di informazione, aziende – medico, aziende – mezzi di informazione, mezzi di informazione-paziente, che incominci dal soggetto in difficoltà e sappia individuare e affrontare anche i disturbi di lei. Solo una nuova ed innovativa forma di comunicazione tra queste varie componenti potrà favorire quella armonia e tranquillità, necessaria per stimolare la discussione prima di tutto all’interno della coppia; la sfera psico-affettiva, di relazione. Infatti è difficile che questa intimità possa essere trasferita ad altri e quindi anche al medico, se non si intravede la necessaria tranquillità di affrontare e risolvere il problema.
Successivamente però il medico, l’andrologo, dovrà guadagnarsi la fiducia ascoltando e comprendendo le difficoltà e le ansie del problema sessuale, consigliando e suggerendo le soluzioni mediche più adeguate, anche personalizzando le singole terapie. Solo questo nuovo modo di comunicare potrà ridurre il divario tra chi si cura (pochi) e la molte persone che invece soffrono in silenzio.
Spesso la Disfunzione Erettile dipende da alterazioni organiche interessanti le arterie mentre nel 77% dei casi rappresenta una spia di temibili malattie quali ipertensione, ictus, diabete, costituendo un vero campanello di allarme per patologie cardiovascolari come l’infarto, che può verificarsi anche a distanza di 5 – 10 anni dall’insorgenza del disturbo sessuale.
Attenzione alle cattive abitudini come fumo, alcolici, droghe e sedentarietà ma anche alle stesse terapie farmacologiche con Psicofarmaci, Ormoni, Antipertensivi, Antiulcera e recentemente alla Finasteride, utilizzata da molti giovani contro la caduta dei capelli: nel 25% dei casi questi farmaci possono essere responsabili del deficit erettile. Quando invece alla DE si associa il calo del desiderio allora bisogna ipotizzare una riduzione dei livelli di testosterone (ipogonadismo) o un aumento della prolattina.
Infine le lesioni neurologiche. Esse si riscontrano a seguito di interventi chirurgici per tumori della prostata, vescica, retto, traumi spinali, malattia di Parkinson, Alzheimer, neuropatia periferica: tutti possono essere responsabili della disfunzione erettile in quanto determinano l’interruzione tra i centri nervosi, che controllano l’erezione, e il pene. Dinanzi a tutte queste problematiche, caricate spesso dall’ ansia e dal “timore di non riuscire”, risulta fondamentale il colloquio prima delle esecuzione di indagini strumentali per definire la diagnosi: quando si ipotizza una causa organica è necessario lo studio funzionale della vascolarizzazione arteriosa e venosa del pene mediante l’ecocolordoppler dinamico, dopo puntura intracavernosa di 10 microgrammi di prostaglandine E1. Nei casi dubbi, tra deficit erettile organico o psichico, si ricorre al Rigiscan , strumento in grado di registrare la frequenza e la qualità delle erezioni durante il sonno, per tre notti consecutive: la presenza di erezioni di buona qualità, escludono la causa organica. In ogni caso il primo consiglio terapeutico è la prescrizione di uno degli inibitori delle fosfodiesterasi 5, Cialis, Levitra o Viagra, da adattare al singolo caso, anche per dosaggio e modalità di somministrazione. Il supporto psicosessuologico è necessario soprattutto quando l’ ansia aggrava lo stesso problema sessuale, investendo entrambi i componenti della coppia.
Ma l’impotenza sessuale maschile può essere risolta anche in casi estremi, e cioè quando il sangue arterioso non raggiunge a sufficienza i corpi cavernosi, quando sia presente una lesione neurologica o un eccessivo incurvamento del pene, secondario a Induratio Penis Plastica con DE. In tutti questi casi la soluzione è rappresentata dall’impianto delle protesi peniene, dopo aver constatato che la puntura di prostaglandine sul pene, effettuata 10 minuti prima del rapporto sessuale, risulti insufficiente o non venga accettata dalla coppia. La nuova protesi idraulica tricomponente, (AMS 700 LGX ) consente il controllo dell’espansione in larghezza, fino al 50% e in lunghezza, per il 20%, riducendo al minimo gli effetti del “pene corto”, con elevata soddisfazione della coppia.
*Specialista Urologo e Andrologo, Clinica Urologica Genova *Presidente Associazione Andrologi Italiani