di: Marina Baldi
Il rapporto tra disfunzioni sessuali e devianza è una branca fondamentale della criminologia.
Ciò che avviene nella mente di alcune persone che non riescono a gestire una “mancanza” a livello sessuale può comportare la perdita di freni inibitori e sfociare in comportamenti criminosi, dalla violenza all’omicidio.
Ovviamente non parliamo di tutti quelli che hanno problemi a questo livello, problemi spesso gestibili o risolvibili con terapie sia farmacologiche che psicoterapiche, ma di quel piccolo gruppo di persone che, per gravi problematiche di psicopatologia spesso misconosciuta, non hanno la capacità di gestire la frustrazione e tendo a diventare aggressivi.
In questi casi, che per fortuna non sono numerosi, è di fondamentale importanza la preparazione del clinico che, in associazione con lo psicoterapeuta, deve essere potenzialmente in grado di riconoscere i segni di questa possibile devianza e deve proporre un percorso opportuno alla coppia o al singolo, in modo da prevenire eventuali sconfinamenti nella psicopatologia.
È questa una vera azione di prevenzione di uno degli aspetti del problema riguardante la violenza sulle donne, fenomeno sempre esistito, ma che sta purtroppo assumendo dimensioni di diffusione capillare in ogni strato sociale ed ad ogni età.
È nato, nel corso della relazione e della successiva discussione al congresso dell’Associazione Andrologi Italiani svoltosi a Roma sul tema delle “Nuove strategie di prevenzione andrologica”, il desiderio di unire le sinergie delle diverse competenze, sia in ambito criminologico che clinico ed il presidente De Rose ha proposto di creare un team interdisciplinare di formazione che possa diffondere le informazioni e formare gli addetti ai lavori, medici specialisti e di base, a riconoscere sempre di più i primi segni di devianza.